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Le aziende devono ancora prepararsi al cambiamento

Il 74% degli accessi wireless risulta ancora obsoleto per supportare la mobilità aziendale avanzata

Nonostante la tendenza a sfruttare sempre più i propri asset di rete IT, le organizzazioni, a livello globale, stanno lentamente incrementando le funzionalità wireless dei propri access-point. Infatti, il 74% di questi dispositivi sono ancora costituiti da modelli che non sono in grado di supportare i nuovi requisiti per la moderna mobilità aziendale. In aggiunta, la maggior parte dei dispositivi di rete non è compatibile con lo standard IPv6 – supportato solo dal 21%. La combinazione di questi fattori indica che le organizzazioni non pongono un sufficiente focus strategico all’impatto che l’Internet of Things, la mobilità aziendale e la collaboration avranno sulla propria infrastruttura di rete.

Sulla base di quanto afferma Raoul Tecala, Business Development Director for Networking di Dimension Data, “nel precedente Report sostenevamo che la mobilità aziendale avrebbe richiesto un’evoluzione della modalità di accesso alle architetture di rete, passando da una maggioranza di infrastrutture cablate a una preponderanza di reti wireless. Oggi, gli utenti non vogliono più essere vincolati alla propria scrivania. In un ambiente dove la maggior parte degli utenti finali si connette alla rete via wireless, l’accesso tradizionale alla rete tramite switch deve evolvere. Nei vecchi modelli, l’80% delle porte di uno switch era dedicato a singoli utenti mentre il 20% era condiviso tra più utenti wireless. Questo rapporto dovrà cambiare, invertendo le proporzioni: 80% per reti wireless contro il 20% di reti wired.”

Per far si che questo cambiamento avvenga, i dispositivi di accesso alla rete dovranno disporre di almeno tre delle funzionalità fondamentali abilitanti le soluzioni wireless, e che includono: supporto delle tecnologia power-over-Ethernet; connettività gigabit Ethernet verso i client, per consentire il deployment di soluzioni 802.11n/ac e quindi accessi wireless a 300–800Mbit; e link di backbone a 10-gigabit – in virtù del fatto che molteplici utenti utilizzano un numero inferiore di porte per accedere alla rete, gli uplink necessitano di una maggiore capacità per evitare congestioni.

“Le tecnologie che le organizzazioni scelgono per gli aggiornamenti sono un indicatore del loro livello di preparazione verso il cambiamento, che deve avere una connettività wireless pervasiva. I dati del Report rivelano che lo scorso anno il 51% delle porte supportava la connettività power-over-Ethernet; il 45% supportava connessioni gigabit Ethernet; e il 23% degli switch supportava uplink a 10 gigabit. Quest’anno le organizzazioni hanno continuato a estendere le funzionalità wireless dei propri punti di accesso alla rete. Ciò è dimostrato da un aumento percentuale in due dei tre principali requisiti per la connettività mobile. Di tutti gli accessi analizzati il 65% adesso supporta connettività power-over-Ethernet – il 14% in più rispetto allo scorso anno.”

Un altro miglioramento rilevato dal Report di quest’anno è la percentuale di switch di accesso in grado di supportare link a 10 gibabit che è cresciuta fino al 25%. Ciò nonostante, la percentuale degli switch in grado di gestire accessi gigabit Ethernet è scesa al 37% quest’anno, 8 punti percentuali in meno rispetto a quella registrata nello scorso Report.

L’indicatore più importante che le organizzazioni stanno facendo evolvere le proprie infrastrutture di rete con l’obiettivo di integrare maggiori capabilities a supporto della mobilità, è rappresentato dall’adozione di switch con tecnologia power-over-Ethernet. Mentre tutti i nuovi dispostivi permettono di avere link a 10 gigabit, il supporto delle funzionalità power-over-Ethernet, tra i dispositivi più economici, è ancora opzionale. La scelta di un dispositivo più sofisticato e costoso, che solitamente include le funzionalità di power-over-Ethernet, dimostra quindi una volontà consapevole nel muoversi verso un estensione delle funzionalità all’accesso.

Si prevede inoltre, che l’Internet of Things avrà influenza diretta sulle infrastrutture aziendali, in particolare, spingendo l’adozione del nuovo protocollo Internet IPv6 per tutti i dispositivi di rete.

Devid Mapelli, Solution Team Leader di Dimension Data Italia, ritiene che l’Internet of Things porterà a un crescente numero di differenti tecnologie abilitanti per il business interconnesse alla rete, e anche a Internet. “Gli oggetti non-human saranno in grado di raccogliere dati dai loro ambienti, interagire con altri e prendere decisioni intelligenti, il tutto senza ricorrere all’intervento umano. Questa evoluzione nel networking consta di molti benefici per il business: dalla generazione di big data, utili e abilitanti al miglioramento dei modelli decisionali, a una maggiore visibilità e controllo dei sistemi e dei relativi processi con una conseguente riduzione dei tempi e dei costi di gestione.

“La sfida rappresentata dal crescente numero di dispositivi connessi, porterà a una scarsità ed, al limite, a un’indisponibilità degli indirizzi IPv4. Questo obbligherà quindi le Aziende ad adottare il nuovo standard IPv6.”

Inoltre, le organizzazioni con reti basate per lo più sullo standard IPv4 risultano avere una visibilità limitata delle tecnologie IPv6-enabled, già presenti nel loro ambiente. Questo le espone a rischi inutili proprio perché non sono in grado di monitorare e gestire questi dispositivi in maniera adeguata.

“Raccomandiamo, quindi, alle organizzazioni di iniziare a preparare l’infrastruttura per la mobilità aziendale e l’Internet of Things come parte di una strategia di rete coerente. Deve essere approcciata in modo organizzato e non deve essere gestita in modo reattivo, creando cosi una roadmap di sviluppo completa,” ha concluso Devid Mapelli.

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