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La compagine italiana ha dedicato un appuntamento a partner e clienti per spiegare le novità in ambito IT ibrido, Intelligent Edge e servizi digitali avanzati

La rivoluzione all digital all’HPE Italian Summit 2018

La compagine italiana ha dedicato un appuntamento a partner e clienti per spiegare le novità in ambito IT ibrido, Intelligent Edge e servizi digitali avanzati

Nella sua lunga e consolidata storia, Hewlett Packard Enterprise non ha mai smesso di innovare. La dimostrazione arriva con l’evento HPE Italian Summit 2018, diviso in due giornate, che hanno raccontato gli sviluppi della tecnologia, del mondo digitale e il ruolo di partner e clienti nella loro crescita, legato indissolubilmente a quella della società.

Oggi, l’informatica, è ai primi posti nelle agende dei decision maker. Lo afferma un soggetto così complesso, come HPE, che negli anni ha lavorato fianco a fianco di multinazionali e compagnie di medio spessore, che pian piano hanno modificato l’assetto organizzativo, dedicando al digital un’attenzione fondamentale. Il motivo? Le soluzioni odierne, in vari ambiti e destinazioni d’uso, sono in grado non solo di velocizzare processi tradizionali di business ma anche ottenere risultati qualitativi in precedenza appannaggio solo dei grandi nomi dell’IT. La democratizzazione della tecnologia è un dato di fatto e l’accesso a strumenti disruptive sempre più allargato e multisettoriale.

«Il futuro è già qui e lo vediamo nelle Pmi, nei complessi industriali, nelle fabbriche – esordisce Stefano Venturi, Corporate VP, Presidente e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise in Italia – e il canale svolge un compito essenziale nell’abilitare tali innovazioni sul campo. La nostra volontà è supportare partner e clienti sul percorso di digitalizzazione, veicolando non solo un cambiamento tecnico ma anche culturale. Lo facciamo creando nuovi standard che certifichino la qualità e la sicurezza dei prodotti, ad esempio quelli IoT la cui adozione cresce in misura esponenziale, e semplificando l’ingresso di piattaforme che aprono a scenari interessanti per la produttività».

Ricorrono in sala buzz word oramai parte del panorama tech: machine learning, AI, cloud, hybrid IT. Il rischio è quello di perdersi in mezzo alle soluzioni hardware e software, senza ricordarsi che alla base di tutto questa pletora di tool c’è sempre la persona, che non può mai diventare una commodity. Il valore della risorsa umana è imprescindibile per HPE, tanto che sia la Italian Partner Conference del 23 maggio che Reimagine del 24 maggio, due nomi per contestualizzare i temi dell’HPE Italian Summit 2018, hanno puntato molto sul concetto di formazione, con un focus a quella verso il canale. A raccontarlo è Paolo Delgrosso, Channel & Alliance Sales Director di HPE, che ha presentato la Channel Presales Academy: «Si tratta di un percorso nel quale HPE e partner tecnologici aiutano a comprendere e comunicare nel modo migliore le novità e le opportunità per i clienti, in un mondo in cui il presales può davvero fare la differenza. Abbiamo pensato a sei settimane full-time, divise in quattro fasi e per un massimo di otto persone per ogni sessione. L’intento è quello di seguire attentamente i partecipanti, puntando più sulla qualità che sulla quantità».

La sensazione che si respira tra le aree del The Mall, struttura milanese non a caso considerata tra le più innovative, nel design e nella funzionalità offerte, è che c’è tanta concretezza tra le presentazioni che si susseguono sul palco del Summit nostrano. Appuntamenti del genere, troppo spesso, raccontano di un futuro meraviglioso, dirompente e calato in una società iperconnessa e aumentata ma avvertito come lontano e non realmente tangibile. Qui invece siamo dinanzi a una rivoluzione già atto, declinata nel termine che fa da cappello a tutto ciò: Industry 4.0.

Se proprio vogliamo cogliere un trend ancora poco commercializzato, ma che nell’ottica di HPE sarà sempre più centrale, parliamo di Intelligent Edge, un luogo in cui i dati vengono generati, analizzati, interpretati e indirizzati. Ancora Delgrosso: «L’Intelligent Edge costruisce un contesto in cui, invece di inviare dati a un data center o a terzi, l’analisi viene eseguita nel luogo in cui tali informazioni vengono generate. Con questo, l’analisi può essere eseguita in modo più rapido e ci si assicura una minore probabilità di intercettazione o violazione informatica. Intelligent Edge vuol dire, da parte dell’azienda, riappropriarsi del proprio tesoro, i dati appunto, da valorizzare e proteggere, in perfetta compliance con il GDPR».

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