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Itancia, il distributore a valore aggiunto con l'ecologia nel DNA

Itancia, il distributore a valore aggiunto con l’ecologia nel DNA

Cultura green, sistema integrato e relazione personale con i clienti al centro della strategia aziendale. Il managing director Thomas Lammens: «Vogliamo diventare leader in Europa»

Itancia è un gruppo fondato nel 1991 in Francia con forte specializzazione iniziale nella vendita di prodotti eco-riciclati per le aziende, come gli apparati telefonici. Negli anni ha sviluppato il business anche nella distribuzione di apparati infrastrutturali e dei sistemi di telecomunicazione, nella rigenerazione e riparazione di device elettronici e nei servizi logistici. Oggi il gruppo è presente in 80 paesi e conta oltre 3mila rivenditori. «La nostra compagnia nasce con la vocazione per attività refurbished o eco-riciclate: tutto il processo di trattamento dei prodotti avviene nel pieno rispetto dell’ambiente, che per noi è un plus-valore nel mercato di oggi e un elemento differenziante», spiega a Trade Manager Thomas Lammens, managing director per l’Italia. Nel 2000 viene lanciata l’attività di riparazione delle apparecchiature e poco dopo anche quella di distribuzione dei principali vendor presenti sul mercato. Il portafoglio è ampio e i brand vanno da Alcatel-Lucent ad Avaya, da Unify a Jabra, da Plantronics a Panasonic per citarne solo alcuni.

Come distributore, Itancia si avvale del supporto di una vasta rete di aziende partner – circa 800 – attive su tutto il territorio nazionale. «Siamo orgogliosi di dichiarare che dal 2015 a oggi il fatturato è aumentato dell’80%». La capillarità dei partner offre i vantaggi non solo del presidio del territorio, ma anche di un rapporto personale con i clienti, proponendo soluzioni “su misura” per le singole realtà, un valore aggiunto particolarmente importante nell’era della standardizzazione e del mercato globale. «Come Itancia siamo anche centro di formazione ufficiale di tutti i brand che distribuiamo – continua il manager -, quindi organizziamo nella nostra sede corsi di formazione e aggiornamento per i clienti. Questo rapporto di collaborazione si estende anche alla fase dell’assistenza post-vendita sul territorio, dove i nostri tecnici sono in grado di supportare i team delle aziende partner presso il cliente finale». Il quarto pilastro dello sviluppo di Itancia – dopo il business dell’eco-riciclato, della rigenerazione e riparazione delle apparecchiature e della distribuzione – è rappresentato dai servizi logistici, che vengono lanciati nel 2006 e comprendono le fasi di staging e preconfigurazione dei sistemi, ma anche attività di pre e post-vendita. «Siamo nati come azienda nel settore delle TLC e ci stiamo sempre più orientando verso la convergenza con il mondo dell’ICT. Per noi, la parola d’ordine nel mercato di oggi, molto complesso e competitivo, è integrazione. Il vero valore aggiunto che offriamo alle aziende è la forza di un unico ecosistema, un ambiente appunto integrato. Siamo l’unico distributore a offrire eco-riciclato, riparazione, distribuzione e servizi logistici. Questo mix ha reso Itancia una realtà vincente e aiutato a creare un intero business eco-sostenibile».

I risparmi che si possono ottenere con il refurbishing sono notevoli: il taglio delle spese è pari al 30-50 o 60% sui prodotti che hanno dai 3 ai 5 anni di vita. «L’ultimissima novità dell’azienda è la creazione del brand “Again” e dell’iPhone ricondizionato, per indirizzare le esigenze del mercato consumer strizzando al contempo l’occhio al segmento business, poiché le preferenze tecnologiche espresse dai Millennials vanno ormai in questa direzione». Le nuove tendenze, in primo luogo il cloud, portano invece a ripensare il ruolo di un’azienda come Itancia. Nel mondo delle macchine virtualizzate e delle comunicazioni alla velocità della luce, adeguare il business alla realtà dei tempi non sempre è facile, ma il gruppo ha l’ambizione di diventare il distributore paneuropeo a valore aggiunto numero 1, tagliando il traguardo dei 150 milioni di fatturato entro la fine del 2017. «Di fronte ai trend della digital disruption bisogna puntare sui servizi a valore aggiunto, sull’integrazione delle applicazioni e sul trasferimento tecnologico. Queste soft skill, unite al rapporto personale con i team delle aziende clienti, saranno decisive per restare sulla cresta dell’onda nel mondo denso di promesse, ma anche di sfide, che sta prendendo forma davanti ai nostri occhi».

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