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Per il 2015 sempre più open source

Riflessioni sul 2014, previsioni 2015 di Jim Whitehurst, presidente e CEO di Red Hat

E’ confermato: il 2014 è stato un anno fantastico per Red Hat. Quando qualche giorno fa abbiamo annunciato gli ottimi risultati del terzo trimestre del nostro anno fiscale 2015 e celebrato 51 trimestri consecutivi di crescita, oltre 12 anni di successi. Un successo anche dell’open source.
Oggi è praticamente impossibile trovare un’azienda del settore IT che non abbia abbracciato l’open source. Cosa che fino a pochi anni fa era difficile. Molti ricordano la frase di Bill Gates “riteniamo che Linux possa essere un concorrente tra studenti e hobbisti, ma non nel mercato commerciale”.
Quest’anno Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha dichiarato “Microsoft loves Linux”, segnando una svolta. Applaudo Microsoft – e altri – per aver riconosciuto l’innegabile potenza dell’innovazione guidata dalla comunità.
Per anni abbiamo affrontato domande quali “l’open source è sicuro? È affidabile?” e oggi posso affermare che le soluzioni open sono tutto questo e molto di più. Sono state adottate in maniera estesa in azienda – la sola Red Hat detiene il 90% delle aziende Fortune 500 tra i suoi clienti.
L’open source è stato inizialmente adottato per il suo costo contenuto e la mancanza di lock-in con il fornitore, ma i clienti si sono resi conto ben presto che assicura anche maggiori flessibilità e innovazione. Oggi che è pervasivo e sfida le soluzioni proprietarie esistenti, guida l’innovazione in aree quali cloud, big data, mobile, IoT e molte altre.
Con l’arrivo del nuovo anno non posso che riflettere sulla velocità con la quale la tecnologia sta cambiando: un processo che coinvolge anche persone e culture. I clienti ci contattano non solo per l’adozione di nuove tecnologie, ma per aiutarli a gestire trasformazioni culturali e organizzative.
Ed è questo il motivo per cui, più che mai, le aziende cercano partner e non vendor.
Guardando al futuro ho quasi paura di fare delle previsioni sul 2015. Lo scorso anno ho detto che il 2014 sarebbe stato un anno di svolta per cloud, mobile e big data, e lo è stato. Tuttavia sono certo che nessuno si aspettava la rapidità di adozione che abbiamo visto, e non prevedo rallentamenti, anzi.
Pensiamo per esempio alla crescita di OpenStack. Ho letto di recente che gli analisti di 451 Research prevedono un valore di $1,7 miliardi del mercato OpenStack entro il 2016 e di $3,3 miliardi entro il 2018, un aumento di quattro volte rispetto all’inizio del 2014.
OpenStack sta emergendo quale tecnologia cloud infrastructure “de facto”, proprio come Linux lo è diventata per il sistema operativo. Ritengo che l’interesse sia un riflesso della profonda insoddisfazione nei confronti dell’attuale infrastruttura IT tradizionale. Gli ambienti proprietari non sono più sufficienti, c’è l’esigenza di un ambiente più aperto e flessibile, in grado di offrire le capacità e funzionalità necessarie agli attuali ambienti di business.
Al di là di OpenStack, è affascinante vedere l’interesse delle aziende nei confronti di Linux container. Questa tecnologia ha il potenziale di velocizzare lo sviluppo e l’implementazione di applicazioni, così come di facilitare la gestione di un portafoglio applicativo. Le possibilità legate a questa tecnologia sono illimitate.
Entrando nel 2015 prevedo che il tasso di adozione e avanzamento di tutte le tecnologie citate continuerà a sorprenderci. Le organizzazioni IT continueranno il loro percorso di trasformazione verso un nuovo stile IT più veloce. L’open source continuerà a stabilire livelli di qualità sempre più elevati e così farà Red Hat.

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